«Quando il verso della notte non coincide con quello dei sogni: o scrivi poesie o sei morto. Quando hai una faccia così, una faccia da ribaldo, da vagabondo, una faccia da attore, e dita così, dita sensibili, che cercano, dita che soffrono insieme alla penna, allora non puoi che scrivere prose e poesie come Andrew Faber. Sei condannato, come è condannato lui. E devi espiare girando la nazione coi tuoi versi stropicciati in tasca, con una faccia da ribaldo, da attore, e se va bene un cappello per coprirti quando resti nudo. E se ti manca pure il cappello, puoi usare il suo libro. Non se ne avrà a male. Lui, ha poco pudore. Lo tiene in serbo lungo la linea del cuore nell'attesa che venga utile.»