"Graffi" e "Scintille" sono due accadimenti che si somigliano, il primo ti lascia sulla pelle tutte le ferite inferte, dall'unghia del tempo, e il secondo è esplosione di gioia, piccole perle, a formare un diadema in bilico tra il Ricordo - che non è mai un rimpianto - e il Quotidiano - che, a una certa età, diviene stupore e ricchezza. Comunque sulla pelle resta tutta la geografia del tuo personalissimo viaggio. Il linguaggio utilizzato in questa silloge è subordinato a un intimo principio etico, come se il mondo perdesse le sue certezze e le "sopportasse", non come sventure ma come semplici "pietre d'inciampo". Dalla Prefazione di Susanna Mangiavacchi