È poesia piana, leggibilissima, che non si lascia coinvolgere dai tentativi di transavanguardie che oggigiorno punzecchiano disperatamente la pagina bianca per illudersi di realizzare nuove espressioni e nuove metriche. È poesia che attinge generosamente dal classico endecasillabo per mantenere il più possibile vivo il ritmo di quella musicalità che affascina. Questa poesia allora è culturalmente consapevole che ogni rigo può suggerire una dimensione la quale, partendo dalla fantasia, si incasella perfino nella conoscenza della provocazione. Il poeta si immerge nelle divagazioni dove ogni simbolo viene confuso egregiamente con il dialogo e il suo rapporto accoglie e ascolta la sorte che è basata sulla creatività.