«"Dio profuma di glicine" è una raccolta "caotica", non ha un percorso stabilito, e in virtù di ciò fotografa l'impatto che lei ha avuto con la grande città, che ha attraversato, ha indagato, ha osservato e fors'anche inizialmente subìto e, piano piano fatta sua affidandosi ad una motricità e a un dinamismo non solo fisici ma verbali. Il pensiero poetico che ricopre l'arco di un tempo che va dai suoi 20 agli attuali 25 anni, è espressione di questo mutamento che le consente di vedere scenari che forse prima neanche immaginava, offrendole l'opportunità di vivere con eccitazione ed entusiasmo il ricominciare la sua nuova vita» (dalla prefazione di Bruno Mohorovich)