Questo è un romanzo di vite parallele che si intersecano. Vite apparentemente normali ma minate dalla disgregazione interiore in cui la violenza è prima di tutto contro se stessi: un tentativo di distruggere gli impulsi minacciosi dell'anima. Con uno stile straordinariamente pacato Kenaz riesce a creare un'atmosfera compressa di allucinazioni e paure destinate a diventare realtà. Un romanzo che mette a nudo la parte più oscura della psiche di una società, quella israeliana, in cui le ferite non ancora rimarginate della Shoà e dello sradicamento, unite alle difficoltà del presente, mettono allo scoperto impulsi autodistruttivi.