Ipazia e Ipazia sembrano gemelle: stesso volto, stessa statura, stessi colori. Se non fosse per il nome, tutti penserebbero che sono davvero sorelle. Invece, abitano nel medesimo paese e frequentano la stessa scuola, ma non hanno vincoli di parentela. A legarle in profondità è un complicato groviglio di eventi intrecciati tra loro in maniera non sempre casuale. Una dialettica misteriosa e imperscrutabile tra due famiglie diverse, eppure convergenti in un unico tragitto nella costruzione del loro avvenire. Una dolorosa malattia congenita, da una parte, e un passato indecifrabile e luttuoso, dall'altra, destinati a sovrapporsi in un presente solo potenzialmente speranzoso ma realisticamente irreversibile per entrambe. Nell'ambiguità semiotica di un ebraismo trasfigurato in qualcos'altro, la soluzione si profila all'orizzonte attraverso la faticosa revisione delle premesse. E con il ribaltamento totale delle apparenze.