Un transfuga della ex Jugoslavia, macedone di nascita, allontanatosi dal suo Paese prima che le guerre degli anni Novanta sconvolgessero i Balcani occidentali, accetta l'invito di uno sconosciuto che gli chiede di narrargli il suo ultimo viaggio. L'appuntamento è fissato a Belgrado. Robert Dulevski si cala così, in una notte d'estate trascorsa sulle mura del Kalemegdan insieme al suo ospite, fino al fondo di sé. Dai desideri della propria infanzia al terremoto che distrusse Skopje, dal rapporto con i genitori all'abbandono della Macedonia. Fino all'ultimo, surreale incontro con Demetra, una vecchia pittrice greca che instilla in lui, in maniera quasi ipnotica, il desiderio di cercare Jovica, un giovane bosniaco immortalato nel suo ultimo dipinto. Nella notte belgradese prende forma un viaggio iniziatico attraverso i Balcani, emozionante e crudele, realistico e onirico insieme, sul cui sfondo ancora si possono scorgere le macerie fumanti di una guerra mai dimenticata. Attraverso le parole di Robert Duleski anche lo straniero scenderà in quel labirinto, ridando vita, a sua volta, a immagini sbiadite del proprio passato.