Damiano è uno scrittore che, in seguito a una emorragia cerebrale, ha perso la memoria. Ancora in ospedale, si accorge che tutto il suo mondo si riduce ai ricordi dei libri che ha letto e che può esprimersi soltanto utilizzando citazioni tratte dalle loro pagine. Il botta e risposta tra Alice e il Gatto del Paese delle Meraviglie, è tutto quello che riesce a ricavare quando si chiede per la prima volta quale problema lo abbia ridotto in quel modo e cosa possa fare per venirne fuori. Un po' alla volta riacquista la capacità di comunicare con gli altri senza lasciarli a bocca aperta con le sue citazioni. Si trova vicino la moglie Viola, che non riconosce, con la quale tenta di ricostruire gli anni passati insieme, una memoria che gli ridia quello che è stato. È un percorso difficile pieno di tranelli. Viola ha il sospetto che il marito non abbia realmente perso la memoria e che la sua amnesia sia in realtà un modo per lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare una nuova vita che la esclude e che forse aveva già preparato prima della malattia. Da parte sua, Damiano è convinto che i ricordi che la moglie gli racconta servano solo a fare di lui quell'uomo che lei ha sempre sognato che fosse e che forse non è mai stato. Il manoscritto di un libro di Damiano, che non è stato ancora ancora pubblicato, è lo strumento nel quale ciascuno per conto proprio cercherà tracce della vita precedente che possano essere ricomposte in un passato credibile. La lettura li porta al Giardino delle erbacce che raggiungono attraverso percorsi diversi. Lì scoprono che la ricerca di una memoria comune è solo un pretesto per trascinare la vita di prima che, in fondo, nessuno dei due vuole. Resta tra le loro mani quello strano presente, modellato dalla malattia di Damiano, che non sanno interpretare e nemmeno dove possa portarli.