I racconti di Russo spaziano dal fascismo alla guerra, dalla Sicilia alla natura. Intraprendere un viaggio verso l'infanzia, attraverso le strade della memoria, è il fine che ha dato origine a questo suggestivo libro. In esso l'infanzia torna grazie ai ricordi che in forma di memoria storica e poetica, pascoliana, fanno rivivere le immagini, le emozioni, i sapori, i profumi di quel tempo felice e spensierato, nonostante la guerra, che è stata l'infanzia. Quell'infanzia fatta di ingenuità e di "buone monellerie" e dalla quale fuggiamo quasi con piacere nel corso della vita ma alla quale torniamo come nell'utero materno quando già lunga è la memoria del passato e breve la speranza del futuro. È questo il viaggio che compie l'autore con ricordi talora rapidi e fugaci e talora minuziosi; un viaggio nell'innocenza che si perde nel divenire degli anni. Fa ben altro il nostro autore, entra in ognuno di noi lettori lentamente, conducendoci a esplorare il nostro vero io, talora volutamente rimosso, ma soprattutto la nostra "sicilianità", il nostro vivere "al di qua del faro" e che ci rende comunque né migliori né peggiori degli altri, ma solamente diversi.