"Zerovirgola" contiene dieci monologhi e un corto. In una sorta di flusso di coscienza personaggi diversi ripercorrono, con varietà di toni, (s)nodi o passaggi cruciali del proprio vissuto attraverso i quali si è rivelato loro un aspetto prima ignoto della natura o della condizione umana. Esternazioni talora sofferte ma sempre necessarie, rivolte non solo a lenire le ferite che il destino o il caso infligge a ciascuno, ma anche e soprattutto a esorcizzare lo spettro intollerabile della solitudine e della incomunicabilità. L'unico corto della raccolta (Lucezia, apologo fantastorico a due voci) è una inquietante e distopica proiezione delle angosce planetarie del nostro tempo.