In questo romanzo lo scavo dell'animo di un giovane sacerdote barnabita, padre Gaetano Randazzo, rende visibili i conflitti e le contraddizioni, ricorrenti nei monologhi interiori, di cui è intessuta la vicenda umana del personaggio. È la storia di una vocazione problematica. Gli eventi appaiono di volta in volta come emblematici delle provocazioni che il mondo oppone alla sensibilità di un sacerdote, che in se stesso sperimenta la presenza, non pacifica né mai consolatoria, di un sud e di un nord dell'anima e culturali. Tano è un peccatore, ma solo chi pecca può aspirare al riscatto, se riconosce la propria colpa, anelando a cogliere, poi, un alito sostenitore, divino, nella solitudine del mondo.