Luc Dietrich (1913-1944), nome d'arte di Raoul-Jacques Dietrich, è uno dei più grandi tra gli scrittori "appartati" del Novecento. Rimasto orfano di padre all'età di sei anni e con una madre malata e tossicodipendente, trascorse l'infanzia e parte dell'adolescenza in istituti correttivi e psichiatrici per poi dedicarsi a una vita errabonda, divisa tra la frequentazione degli ambienti malavitosi del tempo e un prorompente desiderio di redenzione. Ne La felicità dei tristi rivive le vicissitudini della sua infanzia fino alla morte della madre. Una confessione candida e crudele che fa dell'opera «una summa di pensiero e di scienza infantili», come ebbe a definirla l'amico Lanza del Vasto. Di Dietrich è disponibile in italiano L'apprendistato della città (La finestra, 2018). La felicità dei tristi è apparso per la prima volta nel 1935.