Popola questo libro un'umanità apparentemente comune e banale, messa sotto la lente da un linguaggio colloquiale ma deciso, incalzante, capace di rivelare l'essenza stessa di tale umanità. Il quadro che ne deriva è denso di fragilità, incoerenze, timori, velleità, piccoli egoismi, con una visione negativa del mondo, tra personaggi che vivono nel loro guscio e, quando si aprono all'esterno, offrono di sé un quadro decisamente desolante. L'autrice non giudica, se non indirettamente. Nessun personaggio è ortodosso, nonostante il lavoro che fa, sia egli impiegato, gestore di un'agenzia di viaggi, notaio, uomo politico, commerciante di frutta e verdura o perfino insospettabile serial killer.