«"Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualcosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto." Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, cap. VIII. Con questa meravigliosa frase Manzoni trova nel cuore il baricentro delle vicissitudini umane, capace di livellare il presente e il futuro e, dunque, sede di felicità... L'abisso, il "lago" indefinito che Dante aveva reso ricettacolo di passioni... con Manzoni diventa punto nevralgico, sede di energia, motore d'azione... punto d'accesso per i piani sovraordinati della Provvidenza divina. Questa stessa considerazione manzoniana la ritroviamo... nel Romanzo di Ferrara di Giorgio Bassani, il quale avvia dei percorsi narrativi, qualificandoli come "di là dal cuore"... Ebbene, nel solco di questi grandi scrittori si inserisce l'opera di Diego Aleo, con la sua poetica pregna di Fede... Egli vuole restituire al cuore la sua essenza ancestrale; del resto, secondo la lezione di Gino Novelli, esso è il più alto dono che Dio ha "fabbricato" per gli uomini... Ma, purtroppo, il cuore è fatto di carne, materia marcescibile, dominio incontrastabile della morte. Eppure esso è un contenitore il cui contenuto può essere reso immortale grazie all'azione...della scrittura. L'autore... vede con i propri occhi tutto ciò che vi è stato nel cuore dei suoi personaggi, ristabilendone i flussi magnetici che lo hanno attraversato...» (Dalla prefazione di Filippo Salvaggio)