Alto ufficiale delle SS, governatore della Galizia e responsabile della morte di centinaia di migliaia di ebrei (tra cui la famiglia del nonno dell'autore), dopo il 1945 Otto Wächter viene incriminato per omicidio di massa. Benché braccato dai sovietici, dagli americani, dai polacchi, dagli inglesi, e anche dal noto «cacciatore di nazisti» Simon Wiesenthal, Wächter riesce a fuggire facendo perdere le proprie tracce. Dopo tre anni di latitanza, nel 1948 decide di tentare la carta dell'emigrazione oltreoceano: nella primavera dell'anno successivo si trasferisce infatti sotto falso nome a Roma, dove prende contatto con il vescovo Alois Hudal, punto di riferimento dei nazisti in fuga lungo la ratline, la via che avrebbe portato in Sudamerica Eichmann, Mengele e tanti altri criminali di guerra. A luglio, però, Wächter viene ricoverato in ospedale e muore in circostanze misteriose, compatibili con l'avvelenamento... Storico e giurista, Philippe Sands ricostruisce la parabola di Otto Wächter a partire da una serie di documenti, in gran parte inediti, messi a disposizione dal figlio Horst nel tentativo di riabilitare la figura del padre: lettere, diari, fotografie e molti altri testi, che sono stati conservati da sua madre Charlotte nel corso di tutta la vita. Con l'accuratezza di un saggio e il passo di un romanzo, "La via di fuga" unisce all'indagine storica la spy story, racconta l'amore tra Otto e Charlotte e le peripezie della loro famiglia, e offre uno scorcio sorprendente sulla Roma dell'immediato dopoguerra, agli albori della Guerra Fredda.