Fulgenzio di Ruspe, monaco cristiano nell'Africa conquistata dai Vàndali, è un tipo irrequieto. Nell'anno 499 d.c. va in "un'isola sperduta al largo della Sicilia" a consultarsi con il vescovo Rufiniano, rifugiato assieme alla sua comunità in attesa del crollo del regno dei Vandali. Il contatto con la natura dell'isola e alcuni incontri fortuiti trasformano i cristiani fuggiti dalla diocesi perduta di Vittoriana, odierna Tunisia, in una comunità un po' troppo avanti per i loro tempi. Dopo alterne vicende viene l'ordine dal vescovo di Lilibèo di porre fine alla loro esperienza, troppo libera e creativa per non suscitare scandalo in un territorio, la Sicilia Occidentale, dove la nuova ortodossia cristiana si è saldata con l'antica pratica schiavistica. Gli eretici, soprannominati Tinti per le loro pratiche battesimali, si disperdono in attesa di tempi migliori che torneranno in forme inaspettate. La storia si svolge in uno degli ambienti naturali più sorprendenti del Mediterraneo, l'isola di Marèttimo, nell'arcipelago delle Egadi.