Timoleonte è conosciuto soprattutto per le imprese straordinarie compiute in Sicilia in pochi anni a partire dal 344 a. C., mentre si conosce poco della sua vita a Corinto segnata dalla morte del fratello Timofane che si fece tiranno della polis e che fu poi assassinato - come raccontano gli storici - da una congiura i cui protagonisti furono il cognato del tiranno, un indovino e in qualche modo anche Timoleonte. Plutarco esalta Timoleonte come tirannicida del fratello prima di raccontare le successive imprese in Sicilia. Tirannicida o fratricida? I fatti non sono chiari e lo stesso Plutarco scrive che Timoleonte fu talmente addolorato dalla morte di Timofane che per vent'anni non s'i occupò della vita politica della sua polis. Forse le cose andarono diversamente e nel romanzo io presento una terza ipotesi, altrettanto plausibile, che sembra sfuggita all'interpretazione degli storici. La sua missione in Sicilia presenta situazioni incredibili nelle quali si intrecciano intelligenza, casualità, fortuna o volontà divina per l'uomo religioso, e Timoleonte lo era, come tutti i Greci. Come stratega, in sei anni liberò Siracusa e le altre polis dell'isola dai tiranni, le fornì di una nuova legislazione, ripopolò Gela, Akragas e altri centri importanti, come la stessa Siracusa, e sconfisse un esercito di Cartaginesi almeno cinque volte superiore di numero al Crimiso. Per i suoi meriti, alla sua morte, Siracusa gli tributò grandi onori.