La breve epopea di Corradino, giovane duca di Svevia, disceso in Italia nel XIII secolo per riprendersi quanto ritenuto suo per diritto di discendenza, viene narrata magistralmente da Chiusano e arricchita da elementi romanzeschi. Ripercorrendo la vita di questo condottiero, dalla più tenera età fino alla condanna a soli sedici anni, sono portati alla luce gli elementi tipici di un percorso di crescita morale e personale in cui la religione e l'esempio di Cristo giocano una parte importante. Il romanzo si snoda agevolmente tra storia e finzione, armonizzando alla perfezione un linguaggio, a volte aspro, ad alti riferimenti spirituali.