Primavera 1876: il nuovo sultano è appena salito al trono nella capitale ottomana, e sull'isola del mar di Marmara giunge una diciassettenne per dare alla luce un figlio illegittimo. La protagonista è accompagnata da una dispotica serva che ha il compito di sorvegliarla. È infatti incinta del pascià, promesso sposo di una delle sorelle, ed è stata allontanata prima che la gravidanza sia scoperta dal padre e dal fratello. Sull'isola arriva l'intellettuale dissidente Mehmet, che si innamora della ragazza, desiderando salvare lei e il bambino. Ripudiata dalla famiglia e dalla società, la protagonista però sentirà di dover rifiutare le convenzioni, incluse quelle della maternità, andando a grandi passi verso la tragedia. Attraverso una sapiente narrazione in flashback Sebnem Isiguzel racconta la storia di cinque donne, di cinque modi diversi di rapportarsi al potere degli uomini: la madre schiava della tirannica cognata; la zia che rifiuta il matrimonio, perché lesbica, e grazie alla ricchezza e all'abilità negli affari tiranneggia chi le sta attorno; la sorella maggiore separata dal marito e livorosa; e la sorella minore, promessa in sposa all'anziano pascià, ma innamorata di un domestico.