Milano, anni '20. Luca Lorenzi è un commissario di quarant'anni, ostinato a vivere nel dolore della sua vedovanza. La perdita della moglie ha causato in lui l'irragionevole colpa di non averla salvata. Le mura che ha eretto a difesa della sua solitudine sono, però, brecciate da Lucia Camaiori, un'insegnante ebrea risoluta ad accogliere le ferite di quell'uomo determinato a perseguire la giustizia. Proprio la vocazione di Lorenzi alla verità gli vale l'ostracismo come confinato: indagare sulla strage dinamitarda del 1928, per cui il potere fascista vuole forzatamente cercare i colpevoli negli avversari del regime, è un'intromissione poco gradita. Lipari sarà la nuova casa di quell'uomo che non sa dire «ti amo» e della donna che non glielo chiede, una manciata di chilometri quadrati di ossimorica libertà vigilata sferzata dal vento, colorata dal mare turchese e dal cuore caldo dei suoi abitanti analfabeti che però parlano agli sconosciuti. Lì conoscono Ciano e Tanina, accomunati da un'anima che accoglie una tomba, grande come la fossa comune dove hanno dovuto lasciare i loro affetti, sepolti dal terremoto di Messina. I protagonisti allora diventano quattro, due uomini e due donne e le loro storie, ma anche le terre del Nord e le terre del Sud e le loro ferite: le prime terreno fertile per l'intransigenza della dittatura, le seconde che ne accolgono i reietti, sentendo lontani gli echi dei giornali di propaganda che non sanno leggere.