Dalla pancia della madre si tuffò nella schiuma di un'onda lunga; nessun battesimo fu più battesimo, e il prete sorrise e disse: «Affido questo bimbo al mare suo destino». E così fu. Da piccolo si spaccò la schiena come zavorratore, caricando sabbia per i grandi velieri oceanici, e intanto sognava l'orizzonte sempre più in là, dove può spingersi lo sguardo, perché il mare, come la fantasia e la volontà, non ha confini. Un giorno prese il largo e cominciò la sua avventura: il porto di Genova e le barche, la piccola lancia a remi, il leudo, la tartana per il primo viaggio da comandante, fino a diventare vero capitano di lungo corso su un brigantino. Così fu la vita di Giuseppe Vallaro venuto al mondo a u cantu da groga, «l'angolo della gloria», a Moneglia. Per tutti fu sempre e solo Geppin, padrone di barchi, di onde e di vento e protagonista della grande epopea ottocentesca dei marittimi liguri.