Gianluca, il ragazzo protagonista di "Storia di un malandrino", viene raccontato attraverso ricordi, episodi, turbamenti ed emozioni; l'audace intento degli autori è quello di provare a dare un esempio di cosa significa guardare e vivere il mondo dalla sua "dimensione", sentirsi speciale, bizzarro, difficile e divertente. I pensieri di Gianluca sulla sensibilità e sulla relazione con gli "altri" (amici di scuola, professori, terapisti, genitori e conoscenti) si prendono forma e si manifestano nella realtà quotidiana con espressioni semplici e profonde, evidenziando una coscienza e una tenerezza fuori dal comune. Ma in Gianluca, nonostante tutte quelle differenze e difficoltà relazionali, non c'è nulla di sbagliato. Molte delle complessità che vive sono attribuibili ad una società fabbricata sul modello del funzionamento delle persone neurotipiche, coloro che si definiscono in modo sbagliato "normali". Le parole di Gianluca sono associate a rappresentazioni grafiche delicate e corroborate da suggerimenti al lettore su come affrontare i modi di fare di un ragazzo autistico come lui.