Indagato sia nelle sue origini antiche sia in alcune esperienze teoriche e progettuali moderne, l'oggetto di questo libro è il rapporto tra le forme della Terra e le forme delle città e, più in generale, tra la geografia e il progetto urbano. Intendendo la città e il territorio come un unicum antropogeografico oltre che come un organismo - fatto di parti a loro volta composte di sistemi e di elementi - l'autore indaga le categorie, i modelli e le tecniche della descrizione geografica, nell'ottica di valutare se e come esse possano essere adoperabili all'interno delle procedure analitiche e progettuali delle scienze urbane. La descrizione delle forme della Terra si presta infatti ad assumere un ruolo poietico nelle metodologie del progetto urbano, svelando le vocazioni di forma del territorio, ovvero quei caratteri di progettualità che sono già latenti nelle strutture geomorfologiche che modellano la crosta terrestre. A valle di questi approfondimenti, lo studio si focalizza sul pensiero e sull'opera di due figure chiave del panorama architettonico italiano del secondo Novecento, riconosciuto come un contesto animato dalla presenza di differenti approcci e dibattiti rispetto ai temi indagati. Se Saverio Muratori può essere considerato il precursore dello sviluppo di un pensiero geografico in seno agli studi urbani e territoriali, Agostino Renna riformula invece tale intuizione in ambito metodologico, alla costante ricerca di un rinnovamento dei paradigmi e delle procedure analitico-progettuali delle scienze urbane. Dopo aver indagato i diversi contenuti legati al duplice approccio teorico e metodologico di questa ricerca, l'analisi dei quattro progetti selezionati - denominati città collinare, lagunare, pedecollinare e d'altura - si pone l'obiettivo di individuare alcune possibili sintassi e grammatiche connotative dell'idea di città geografica, ovvero alcune tecniche e strumenti utili al progetto urbano, nel suo imprescindibile rapporto estetico, etico e logico con il territorio.