Nell'epoca della più imponente intensificazione dei fenomeni legati alla digitalizzazione e alla comunicazione tecnologica, è ancora alla figura dell'artista che Bernard Stiegler assegna un ruolo di assoluta centralità: quale "operatore di transindividuazione", l'artista sembra essere l'unico in grado di contrastare quella "miseria simbolica" già definita come la progressiva perdita di ogni possibilità di individuazione generata dal vuoto di esperienza del consumatore odierno. La catastrofe del sensibile prosegue la riflessione avviata con il primo volume dell'opera, L'epoca iperindustriale, allo scopo di tracciare un'organologia generale della téchne nella sua funzione di farmaco e non di veleno, così da mettere a punto quelle che possono presentarsi come le "nuove armi" di una guerra estetica ancora da combattere.