«È poeta del mondo piccolo borghese e fornisce, nei suoi testi, un'alternativa stilistica, ancor prima che linguistica, alle intoccabili autorità del passato come il Belli, il Trilussa, il Pascarella e il suo adorato Sor Capanna. Ne esce un ritratto di una Roma tipo fin de siècle (ormai rari esempi... a trovarli) ed i luoghi prediletti per cogliere tale Roma caratterizzano la zona in cui lavorava e viveva buona parte della sua giornata ovvero piazza della Cancelleria, Campo de' Fiori, piazza Pollarola, via del Biscione, dei Pettinari, dei Baullari, ecc, ecc; tutti luoghi, insomma, già frequentati dal suo esimio maestro (er Sor Capanna appunto) da cui estirpa storie di tutti i giorni preferendo le più comiche, sebbene non manchino le tragicomiche.» (dalla Prefazione di Carlo Verdone). Presentazione di Fabio Isman.