Nella luce di un mattino di tarda estate l'estremità meridionale di Manhattan è percorsa da un brivido che ammutolisce i passanti e calamita gli sguardi increduli verso la cima delle Torri gemelle. Siamo nell'agosto del 1974 e un misterioso funambolo danza fra i grattacieli, sospeso a quattrocento metri d'altezza. Leggera e serena come una figura sovrannaturale, la silhouette di Philippe Petit è l'occhio imperturbabile di un ciclone che, nelle strade sotto i suoi piedi, trascina una moltitudine di vite lanciate in traiettorie incontrollabili, appassionate e dolorose. C'è Corrigan, giovane sacerdote che svolge il suo incarico tra le prostitute del Bronx, mentre dentro di sé affronta una tremenda crisi di coscienza. Un gruppo di madri che piange i figli caduti in Vietnam senza però riuscire a trasformare il lutto in un ponte che le unisca. Una giovane artista la cui carriera è messa a repentaglio dal caso di un incidente stradale. Due prostitute, madre e figlia, che fanno tutto quel che possono per trovare un loro precario equilibrio e difendere la propria dignità. Intessendo queste e altre vite apparentemente estranee fra loro, Colum McCann delinea il ritratto di una città a un punto di svolta, un microcosmo traboccante di energie e di una fiducia nel futuro tanto ingenua quanto commovente.