Una neodirettrice già maestra di scuola elementare, due scuole allora dette materne con una "programmazione cassettiera", l'inizio di una più specifica attenzione alla scuola per bambini dai tre ai sei anni da parte del Ministero e una domanda: "Che cosa significa fare scuola per questi bambini?". Il testo dà conto del percorso durato decenni per offrire ai bambini una scuola pensata da adulti riflessivi che hanno cercato di darsi un'identità, uno stile di lavoro che tenesse presenti gli aspetti affettivi e quelli cognitivi integrandoli. Attraverso le testimonianze degli attori di questa vicenda (la direttrice, le maestre, un pedagogista, uno psicoanalista) si offre al lettore uno spaccato dei passaggi e delle esperienze delle scuole coinvolte e nello specifico di una di esse, la XXIV Maggio di Parabiago.