Nel racconto inserito da Jappelli nei propri giardini, le modalità con cui viene raggiunto il bene di valore ricercato grazie ai principi estetici romantici applicati, sono descritte in un terzo momento del racconto, successivo ai temi della grotta e della torre. Questa seconda parte del tema della torre ha lo scopo di far comprendere al soggetto della narrazione ed alla società intera l'esigenza del riscatto dalla crisi provata per la mancanza della libertà. La conclusione del racconto presente a Villa Torlonia fornisce la prova documentale della conoscenza dell'estetica di Solger da parte dell'architetto veneziano, che ha riflessi nei giardini jappelliani veneti. Di qui l'importanza della Villa nella storia del giardino italiano; Villa Torlonia, d'altro canto, rappresenta già di per sé, un unicum tra i giardini storici per l'ampiezza dei riferimenti letterari ad episodi e luoghi dell'Orlando furioso e per la felice, straordinaria interazione costruita da Jappelli tra poesia ed estetica. L'importanza delle modalità con cui si conclude il suddetto racconto, in cui i valori dell'infinito e del finito compaiono nel rapporto gerarchico ribaltato ed in quello corretto (rispettivamente nella villa romana e nei giardini veneti), nonché la presenza di implicazioni culturali insite nell'estetica di Solger, hanno portato l'autore a ritenere che la conoscenza dei giardini dell'architetto veneziano possa essere funzionale allo sviluppo delle capacità critiche e creative degli studenti con itinerari didattici ed all'interesse del pubblico con gite culturali. Potranno così essere apprezzate le emozioni dello stupore dell'arte, in cui si avvertono, grazie all'estetica di Solger, le premesse della nascente modernità. Il progetto di valorizzazione ipotizzato - che richiede in termini imprescindibili il completamento delle opere di restauro di Villa Torlonia per l'esigenza dei lavori indicati - non esaurisce pertanto la propria portata nel complesso museale romano in quanto gli obiettivi di valorizzazione riguardano anche tutte le altre ville storiche considerate. Prefazione di Claudio Strinati.