Micciariello è il diseredato più noto di Ariano Irpino. Vissuto nella prima metà del secolo scorso, è diventato famoso non tanto per le filastrocche che recitava per strada quanto per gli epiteti che rivolgeva al Maresciallo dei Carabinieri e ad altri esponenti della forza pubblica per essere portato in galera e potere mangiare ogni giorno, poiché - come lui recitava- stava sempre digiuno. Il dramma rappresenta gli avvenimenti immediatamente precedenti al suo primo arresto e si basa su tre fonti scritte: "Michele Cuorvo 1890-1956" di Luigi De Padua, "Mini storia di due simpatici anziani arianesi" di Fedele Gizzi e "Micciariello" di Gaetano Grasso, che sono stati tutti riportati nella presente pubblicazione. Erano quelli i tempi in cui molti "vattevano la fianchetta", ossia soffrivano la fame e così non era poi tanto strano il desiderio di andare in galera per poter mangiare ogni giorno. Nel 1954 venne girato un film con Totò, il quale, pressato dall'indigenza, desiderava di essere ristretto nelle pubbliche prigioni per risolvere il quotidiano problema della fame.