A partire da un evento di cronaca della sua Andalusia, con "Nozze di sangue" García Lorca concepisce una tragedia classica in cui i contadini sono vittime di passioni dirompenti, divengono corpi sofferenti in azione, archetipi di una cultura universale dominata dall'incapacità di comunicare e giungere alla comprensione dell'altro, a causa di quella potenza oscura che ognuno porta dentro di sé, subdola e irresistibile. Questo dramma è forse la più intensa affermazione dell'universo tragico di Federico García Lorca, l'opera maggiormente pervasa da quell'ansia di rappresentare la scissione tra il fuoco di eros e lo strazio di thanatos, essendo l'uno lo sfondo indissolubile dell'altro. I temi dell'amore impossibile, del tradimento, della fuga e della vendetta sono costantemente alimentati dai simboli tragici della poetica lorchiana; il risultato è un'allegoria moderna irripetibile e struggente che attribuisce un ruolo centrale alla presenza dell'universo femminile, la cui capacità generatrice diviene maledizione quando non assolve al ruolo imposto da una società patriarcale che ha fallito.