Il volume ricostruisce il pensiero pedagogico di Franco Fortini esaminando sia i suoi saggi più noti sia gli interventi giornalistici, le interviste e le opere divulgative per considerare il versante più costruttivo della sua opera di educatore nelle aule e nella società. Fortini non è stato infatti solo uno scrittore tra i più significativi del secondo Novecento, ma anche professore nelle scuole secondarie e all'Università di Siena. Nonostante l'asistematicità della pedagogia fortiniana (ispirata a una tradizione di stampo criticamente marxista e al pensiero di Gramsci), si individuano alcuni temi ricorrenti nella sua riflessione su scuola, educazione e istruzione ritracciabili lungo l'intero arco della sua vita, dal dopoguerra alla morte nel 1994. L'impegno pedagogico è stato infatti da Fortini sempre interpretato in termini politici, come forma di lotta e di intervento sul piano comunicativo e sull'educazione di studenti e cittadini, affinché diventino parte responsabile e attiva della comunità in un mondo sempre più complesso. Nella prima parte del volume si discutono in dettaglio tre fondamentali raccolte degli anni Sessanta e la critica di Fortini all'editoria scolastica, con il fine di illustrare il suo pensiero sulla scrittura comunicativa e il suo impegno costante per le forme del sapere comune. Nella seconda parte, si ricostruisce il rapporto di Fortini, nelle sue vesti di intellettuale e professore, con il movimento studentesco e con alcune figure di dissenso e autorità: don Milani, Pasolini e Calvino.