Il volume approfondisce due questioni ancora largamente inesplorate dagli studi sul fantastico italiano. La prima riguarda il tema delle intersezioni tra letterature medicina, focalizzandosi sui riflessi letterari della rivoluzione epistemologica operata dalla nascente psichiatria; la seconda fornisce un contributo specifico sulla Scapigliatura preunitaria, mostrando quali elementi del dibattito francese sul fantastico incrocino, in Italia, le discussioni letterarie della prima metà del secolo. Dopo una parte più teorica, si prendono in esame tre casi di studio che declinano in modi diversi la compresenza tra discorso scientifico ed elemento meraviglioso. In dialogo con la tradizione di cui sono i primi esempi italiani, i racconti analizzati sovrappongono a un immaginario medico un secondo universo narrativo, associato convenzionalmente al prestigio dell'irrazionale. Ognuno dei racconti presi in esame riporta dei casi clinici particolari, nei quali una patologia è al centro della trama: "Macchia grigia" di Camillo Boito mette in scena una malattia dell'occhio; "Il pugno chiuso" del fratello Arrigo ruota intorno ai sintomi e alle cause della plica polonica; "Storia di una gamba" di Iginio Ugo Tarchetti esplora in forma pionieristica il fenomeno della gamba fantasma. In tutti questi casi, intorno alla malattia agisce una macchina narrativa specifica, più o meno raffinata dal punto di vista clinico, che si caratterizza per l'uso, in chiave fantastica, del linguaggio, degli strumenti e delle scoperte della medicina moderna.