Da molto tempo al centro del dibattito teorico e, latamente, culturale, lo spazio paesaggistico è la matrice da cui scaturisce l'opera di Francesco Biamonti (1928-2001). Il volume esplora in direzioni diverse l'universo narrativo dello scrittore, mettendo in luce, talora anche in termini oppositivi, il rapporto con alcuni autori di riferimento (tra gli altri, Paul Valéry, Albert Camus, Marcel Proust e Claudio Magris). L'emergere della malinconia come tema, associato in particolare ai personaggi femminili, colti nel loro intermittente rifiuto di ogni désir d'être; il definirsi del paesaggio nei termini di un'oltranza che contesta la negatività della Storia, riconosciuta e accolta sulla scorta delle pagine di Walter Benjamin. Ne affiora un paesaggismo modernamente aggiornato, che frantuma la totalità del paesaggio tradizionale, restituendone in pienezza echi e risonanze esistenziali attraverso un dialogo ininterrotto tra dentro e fuori, Io e mondo.