Il volume ripercorre il successo dell'Orlando furioso concentrandosi sulle letture e riscritture a cui è sottoposto nell'Italia del Cinque e Seicento. Nella prima parte vengono esaminate diverse tipologie di lettori: i cortigiani che giocano con i versi ariosteschi; i gentiluomini a cui è principalmente rivolta la produzione letteraria su onore e duello che ricorre in modo significativo a citazioni del Furioso; le gentildonne, alle quali è in genere preclusa la lettura del poema, e che invece trovano continui rinvii all'opera nella letteratura sulla condotta muliebre; i religiosi che, pur condannandone spesso la conoscenza, riprendono il Furioso per illustrare i precetti della fede in manuali di catechismo e prontuari per la predicazione. Nella seconda parte si analizzano alcune forme di riscrittura del poema: le ottave di argomento, che riassumono il contenuto di un intero canto in una stanza; le ercolane, riformulazioni musicali di carattere popolare; le traduzioni latine, che si presentano come veri e propri adattamenti; e una parodia di tutte le stanze incipitarie dei canti del Furioso.