Pochi poeti evocano memorie di letture scolastiche quanto Giovanni Pascoli: X agosto, Il gelsomino notturno... Almeno due o tre versi sono rimasti scolpiti nel ricordo di ognuno di noi. Eppure l'immagine che in genere abbiamo di lui è piuttosto polverosa: decadente? Cupo? Sentimentale? Queste pagine sono un viaggio che ci porta a rileggere complessivamente la sua poesia e a evidenziarne la straordinaria capacità di innovazione, la potenza di uno sguardo che non è rivolto solo alle piccole cose domestiche ma anche ai segreti dell'universo, in una tensione conoscitiva che - per usare un verbo a lui caro - fa scintillare il mistero dell'essere vivi.