Cogliendo l'occasione del doppio anniversario - 10 anni dalla morte di Vidal e 50 da quella di Ezra Pound -, il saggio analizza le vite e le opere di due outsider della cultura americana, a prima vista assolutamente diversi e affatto incompatibili. Ricco, proveniente da una potente famiglia inserita nell'apparato politico, radicale di sinistra e omosessuale dichiarato il primo, poeta difficile, accusato di fascismo, rinchiuso per dodici anni in manicomio criminale e privato della personalità giuridica il secondo, Vidal e Pound sembrano davvero non avere nulla in comune. Eppure, a un'analisi più approfondita, emergono molti e importanti interessi condivisi e coltivati da entrambi: le vicende della storia americana, la passione per la giustizia e la consapevolezza della necessità di sviluppare, come intellettuali, la coscienza critica nei confronti degli U.S.A., Paese da loro molto amato, e proprio per questo criticato spietatamente. Sia Pound sia Vidal, inoltre, vissero a lungo in Italia, di cui ammirano la storia, la cultura e il sistema scolastico, ancora oggi potenzialmente in grado di formare una classe dirigente che ha studiato sui classici. Analizzando le principali opere di Pound, i Cantos, e quelle di Vidal, il ciclo Narratives of Empire, emerge inoltre una comune stima per i Padri fondatori, la Rivoluzione americana e per la tradizione populista a stelle e strisce che contrappone al mondo della finanza, di Wall Street e degli speculatori che controllano il denaro rendendolo scarso, il mondo degli agricoltori, fautori di una economia basata sulla ricchezza reale e su una circolazione del denaro sufficiente a soddisfare le esigenze del mondo del lavoro. Prefazione di Francesco Ingravalle.