A volte uno pseudonimo svela qualcosa di molto profondo sull'identità di chi lo usa. È il caso di «JOB» e delle sue cinque recensioni, apparse tra febbraio e aprile 1935 nella rivista «Alger-étudiant». Alessandro Bresolin sostiene che dietro questo pseudonimo ci sia un giovane studente, futuro Premio Nobel per la Letteratura, Albert Camus, e lo fa attraverso una ricerca storico-filosofica e filologica che assume la forma della dimostrazione. Cosa lega un personaggio biblico, una marca di sigarette dell'epoca e un brillante ragazzo di ventidue anni, cresciuto in un quartiere popolare e malato di tubercolosi? Forse una delle chiavi per risolvere l'enigma risiede proprio nella lezione di Giobbe, nella sua rivolta contro il male, nel suo atteggiamento davanti al dolore - quel dolore, «più pesante di tutta la sabbia del mare» - che forgerà il giovane Camus nell'"uomo in rivolta". Prefazione di Christian Phéline.