Raccontare Giuliano Scabia (1935-2021), interrogarne la figura e l'opera, significa attraversare oltre cinquant'anni di inesausta e visionaria attività creativa, al crocevia di più generi e linguaggi. Artista poliedrico e sapiente, Scabia esordisce nel 1964 collaborando a La fabbrica illuminata di Luigi Nono, di cui cura il testo; pochi anni dopo, nel 1967, partecipa al Convegno di Ivrea per un Nuovo Teatro e contribuisce al vivace dibattito sullo stato dell'arte teatrale in Italia. È l'inizio di un percorso che lo porterà fuori da traiettorie convenzionali, dentro la società e i suoi cambiamenti: con il suo Teatro Vagante, che trasforma in palcoscenico ideale piazze, boschi, manicomi, scuole e osterie, Scabia è stato tra i protagonisti di maggior rilievo di una stagione concitata e assai fertile, segnata da un profondo desiderio di partecipazione e rinnovamento. Dagli anni Novanta si dedica con intensità crescente alla poesia e alla narrazione: il volume ripercorre anche questa ricca parte della sua attività, frutto di una appassionata esplorazione dell'immaginario e di una paziente ricerca intorno all'arte della parola e del racconto. Segue una selezione delle interviste più significative, apparse sui giornali o registrate alla radio, che dà conto della fitta costellazione di voci e di presenze con cui Scabia si è confrontato. Completano, infine, il volume una scelta di recensioni e commenti alla sua produzione e una raccolta di saggi e interventi inediti, scritti per l'occasione da studiosi e compagni di strada.