L'interpretazione costituzionale è ormai da alcuni decenni un tema centrale e intensamente controverso nel dibattito filosofico-giuridico, e nella cultura giuridica in generale. Questo è vero in Italia, ovviamente, ma è anche vero in moltissimi altri ordinamenti giuridici contemporanei, in particolare quelli riconducibili al modello dello "Stato costituzionale", o "costituzionalismo dei diritti" - dotati di una costituzione "lunga", rigida, e garantita da qualche forma di controllo giudiziario di costituzionalità delle leggi. È noto infatti che, in contesti di questo tipo, per un verso l'interpretazione della costituzione, o comunque il riferimento a norme costituzionali, ha progressivamente assunto un ruolo quasi imprescindibile anche nelle più ordinarie operazioni argomentative svolte dai giuristi; e per altro verso si è sviluppato un denso dibattito attorno alla questione se l'interpretazione della costituzione abbia o no caratteristiche peculiari rispetto all'interpretazione della legge, e ad altre forme di interpretazione giuridica in generale. Questo contributo si occupa di interpretazione costituzionale in una maniera probabilmente un po' più indiretta di quanto si faccia normalmente.