Bologna, dicembre 1311. Mondino de' Liuzzi, medico anatomista, viene incaricato dal podestà di far luce su una morte strana e orribile: un membro del Consiglio degli Anziani è stato rinvenuto carbonizzato in casa sua, eppure nella stanza nulla fa pensare a un incendio. Perfino la poltrona su cui l'uomo era seduto è rimasta quasi integra, mentre il corpo è bruciato in modo irregolare. I piedi sono illesi, un braccio è interamente ustionato, tutto il resto è ridotto in cenere. Mondino fa trasportare le spoglie nel suo studio per esaminarle. Non riesce a svelare la dinamica dei fatti, ma sollevando con il coltello da dissezione la pelle bruciata del braccio scopre i resti di un tatuaggio: un mostro alato, con la testa di leone e il corpo avvolto nelle spire di un serpente. La mattina seguente il cadavere scompare. Qualche tempo dopo, un frate francescano viene ritrovato morto nel quartiere dei bordelli. In tasca ha un disegno molto simile al tatuaggio individuato da Mondino. L'indagine sulle due vittime rivela l'esistenza di una setta di adoratori di Mithra, dio persiano del sole e del fuoco, venerato anche dai Romani sotto il nome di Sol Invictus. Con l'aiuto di Gerardo da Castelbretone, un ex Templare con cui ha stretto amicizia, Mondino viene a sapere che la setta ha un folle progetto per "salvare" l'anima dell'intera città... distruggendola con il fuoco purificatore.