«Nel 2007 è uscito un libro di raccolta delle vignette più significative dei miei primi vent'anni di pubblicazione dal titolo accattivante di "Senza battute d'arresto". Ora, dopo 33 anni (la cifra porta inevitabilmente a fare gli scongiuri) eccomi di nuovo presente in un libro che nasce dall'esigenza di porre fine all'autoisolamento che mi ero imposto sette anni fa. Un isolamento dovuto a inedia creativa, a mancate risposte editoriali e a una sorta di pandemia che aveva investito il panorama dell'informazione su carta stampata, quella dovuta al taglio dei finanziamenti all'editoria e ai primi vagiti del nascituro mostro a due teste, quel Giano bifronte che rispecchiava le pulsioni populiste e sovraniste dell'italico popolo. "Divieto di sosta" edito da Atene del Canavese, pone fine all'isolamento e al confino, aprendo uno spiraglio in quella torre d'avorio costruita a mia difesa. Sì, perché se per me l'arte assumesse caratteristiche di utilità sociale, mai potrei continuare a farne parte e dovrei rifuggirne nuovamente per lidi più leggeri e disimpegnati. La satira per me è questo: libertà d'azione e disincanto totale.0187