Che Venezia sia bella non è una novità. Che la si possa fotografare anche distrattamente, confidando nella pienezza dei suoi scorci e quindi approfittando di questa bellezza, non è un segreto. Capita però che, tra le migliaia di sguardi distratti o poco educati alle forme e ai colori della città, qualcuno si elevi e sia capace di mostrarcela con prospettive inedite, con colori sorprendenti, con geometrie e angolazioni che ci aiutano a rivisitarne contorni e contenuti. Marco Contessa è portatore di uno di questi sguardi inediti, carico di una personalissima saturazione e di un uso della profondità di campo che aiuta ad avvicinare l'idealità della visione a quell'irrealtà che appartiene solo a Venezia, alle sue atmosfere e alle cromìe che cambiano con lo scorrere dei minuti, per cui la stessa identica inquadratura assume un significato diverso, con una manciata di secondi di anticipo o di ritardo nel catturare l'attimo. Ci offre una Venezia e una Laguna fatte di attimi tutti diversi nella loro riconoscibilità, sospesi per sempre in un tempo senza tempo.