IO SONO diventa allora una galleria di volti diversissimi tra loro, che - ad eccezione della nota faccia di Antonella Stefanucci, "madrina" dell'iniziativa e nostra socia - appartengono a donne comuni, professioniste, operaie, casalinghe. Volti non necessariamente belli o alla moda, volti che reclamano di esistere, che, nella loro assoluta normalità, rivendicano quel diritto ad essere tutelato che è di ogni essere vivente. Nelle fotografie di Nando Calabrese si avverte tutta la tensione e la drammaticità della questione: non donne patinate o ritoccate per apparire più belle, non donne da copertina ma volti preoccupati, inquieti, in pericolo.