L'autore propone un itinerario fra i simboli italiani del potere bancario. Intricati corridoi sui quali affacciano decine di porte che lasciano intravvedere cauti disagi e progetti di modernizzazione. Spiragli di luce animati da un numero esagerato di competitori e contrastati da inossidabili molle di ritegno. Gli attori si muovono convulsamente, chini su ambiziosi programmi di sviluppo e aggrediti dalle inefficienze interne, dalla riluttanza ad accettare nuovi vincoli, dall'accondiscendenza verso influenze e interessi estranei, dai falò patrimoniali, dalle carenze dei controlli, dai difetti della gestione e dai disastri relazionali. In meno di dieci anni, la grande crisi ha bruciato l'intenzione di ampliare le Reti e i profitti sono stati affidati alla valorizzazione commerciale, per una spremitura della clientela favorita dalla fedeltà e dalla bassa competenza finanziaria. Ora è tempo di cambiare, senza farsi spaventare dai traumi e con l'occhio attento alle risposte del mercato. Dopo aver dismesso l'abito fuori moda per indossare quello digitale, confezionato "su misura" dal sarto futuro.