Conosciuto con l'epiteto di "filosofo contadino" per esprimere tutta la nobiltà e l'originalità della sua prospettiva, il francese Gustave Thibon (1903-2001) ha fatto della concretezza della terra il punto di partenza del suo pensiero, cercando sempre di smentire l'assunto secondo "cui chi crede non pensa e chi pensa non crede". Collocando Thibon all'interno del contesto storico, filosofico e culturale della sua epoca, questo libro affronta la riflessione di questo pensatore controcorrente, lontano dal modello dell'intellettuale politicamente impegnato. In una società che sta facendo a pezzi qualsiasi tipo di legame (famiglia, terra, comunità), l'uomo per Thibon è uno sradicato che ha smarrito il buon senso e il senso della realtà.