Appaiono per la prima volta in edizione italiana due seminari di Herbert Marcuse presenti nell'Archivio Marcuse di Francoforte. Il primo, della metà degli anni Sessanta, discute aspetti fondamentali dell'Analitica del bello di Kant. Marcuse torna sui caratteri di quella "dimensione estetica" che aveva indagato già in Eros e civiltà (1955), alla ricerca di nuove forme e pratiche di liberazione da ogni sistema repressivo. Il secondo seminario, tenuto a Irvine nel 1979, affronta invece i complessi rapporti tra arte e politica radicale. Dopo aver auspicato il superamento dell'arte nella "società come opera d'arte" nel Saggio sulla liberazione (1969), l'ultimo Marcuse si schiera a difesa della permanenza dell'arte, che ricava dal materiale storico un mondo illusorio, e contesta, in questo modo, il monopolio della società nel definire ciò che è reale.