Guglielmo di Ockham, dopo aver trascorso più di metà della sua vita in Inghilterra, occupandosi di tematiche teologiche, metafisiche, logiche ed epistemologiche, si trovò coinvolto nella "disputa sulla povertà francescana", che opponeva il Ministro generale dell'Ordine, Michele da Cesena, a papa Giovanni XXII. Questo evento lo porterà ad abbandonare la carriera accademica e a trasferirsi presso la corte di Ludovico il Bavaro, ove si dedicherà alla redazione di un imponente corpus di opere giuridiche e politiche. In uno di questi lavori si trova anche una definizione di ius come potestas, che da alcuni autori è stata vista come uno snodo cruciale nella storia della nozione di diritto soggettivo, anticipando i tratti individualistici della concezione moderna. In questo volume Leonardo Marchettoni sostiene che la modernità della definizione ockhamiana non va sopravvalutata, sottolineando piuttosto il legame con l'elaborazione giurisprudenziale e il dibattito filosofico precedente. Ne emerge un'immagine del Venerabilis Inceptor particolarmente attenta al ruolo giocato dai diversi contesti in cui il francescano si trovò a operare.