"Un'apparizione miracolosa nella storia dell'umanità e particolarmente in quella dello spirito tedesco": così Schelling, nella sua Filosofia della Rivelazione, saluta la figura di Jakob Böhme. Anche se l'opera del famoso calzolaio-filosofo è ormai riconosciuta per aver avuto una grande influenza sul destino della metafisica tedesca, il pensiero del "primo filosofo tedesco", come lo chiama Hegel, rimane ancora a prima vista sconcertante e sfuggente. Tuttavia, attraverso uno studio cronologico delle principali opere di Böhme, il grande storico Alexandre Koyré riesce a riscoprire la coerenza e l'unità, spesso considerate incerte, della dottrina di questo singolare pensatore: la ripresa del duplice problema dell'esistenza del male e della natura della relazione di Dio con il mondo si rivela essere il filo conduttore della teosofia böhmiana. Una ripresa tanto originale nella formulazione delle questioni quanto nelle soluzioni che ne derivano.