Il romanzo si snoda tra la sofferenza del presente e la rievocazione di momenti sereni che il protagonista esprime al dottor Evenif durante lunghe e faticose sedute all'Istituto Ricerche Emotive, dibattuto tra la sua incapacità di sciogliere il nodo emotivo che lo lega a una donna da cui non è amato e, soprattutto, di abbandonare la propria casa, investendo i suoi denari emotivi verso la relazione gratificante con un'altra donna che lo ama, ma pretende il giusto e biologico privilegio di essere l'unica. Il romanzo termina con un epilogo inatteso che pare un "non lieto fine", ma all'ultimo momento... la vita ricomincia e, quando il lettore crede che tutto sia veramente finito e ormai chiarito, ecco che, in due pagine stringatissime, ritorna l'allegra vena umoristica già conosciuta in "Effetti collaterali" a concludere davvero la storia, in un modo che invita a rileggere increduli due o tre volte le ultime righe per assaporarle meglio e riviverne l'emozione.