"Ar'Geddon" può essere letto come romanzo di evasione in veste di fantascienza avventurosa con caratterizzazioni semplici di personaggi: alla fine i buoni vincono e i cattivi perdono e vengono puniti, ma non è solo questo. I personaggi vengono descritti con la stessa minuziosità che tratteggia i paesaggi e gli scenari della storia, ma per ognuno le tinte usate sono quelle dell'arcobaleno. Nessuno di questi è di un solo colore: il messaggio tra le righe dice che tra il bianco e il nero esiste una serie infinita di tonalità e che nessuno è completamente buono o completamente cattivo. Questo concetto viene ripetuto man mano ci si addentra nella lettura: il personaggio "cattivo" rappresentato da Sua Eccellenza Magnifica, insensibile e stolido, incurante della vita altrui, tronfio e stupidamente arrogante, acquista tinte umane quando ricorda i compagni della sua infanzia e rivela la sofferenza che prova per la loro perdita, rivelandosi patetico alla fine del romanzo quando, da cinico Signore Assoluto, è braccato e cerca di sfuggire alla fine imminente e ineluttabile per un lieto (per altri) fine.